Imparare anche il cinese?

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I kanji

Nella lingua giapponese la maggior parte dei sostantivi, le radici degli aggettivi e dei verbi sono scritti in caratteri cinesi chiamati kanji.
Anche gli avverbi sono abbastanza frequentemente scritti in kanji. Questo significa che sarà necessario imparare a leggere i caratteri cinesi per essere in grado di capire in pratica tutte le parole della lingua giapponese.
Non tutte le parole sono scritte in kanji, ad esempio il verbo "fare" non ha un corrispettivo in kanji ed è sempre scritto in hiragana; la pratica e il buon senso guidano per capire se una parola va scritta in kanji o hiragana. In ogni caso, con la sola eccezione dei libri per l'infanzia per motivi didattici, la maggior parte delle parole in giapponese è scritta in kanji.
Questa guida inizia a usare i kanji sin dall'inizio per aiutare il lettore a leggere il giapponese vero il più velocemente possibile, quindi sono esaminate in questa sezione alcune caratteristiche dei kanji e alcune strategie per permettere di impararli il più velocemente ed efficientemente possibile.
Imparare i kanji non è semplice, ma non impossibile. Il problema maggiore è acquisire un metodo e organizzare il lavoro poiché il tempo è una variabile importante. Come per le altre lingue, leggere molto materiale (libri, riviste, etc.) si rivela molto utile per imparare i kanji e metterli in pratica, ma i kanji sono anche molto più complessi delle semplici parole delle altre lingue occidentali.
E' importante suddividere i kanji in blocchi, ad esempio seguendo la suddivisione delle scuole giapponesi, e concentrarsi gradualmente su quelli prima di passare ad altri. Poiché un kanji è in pratica un simbolo grafico è molto utile anche utilizzare tecniche di immagini visuali per memorizzarne il significato. Esistono varie tecniche, la più efficace è, a mio parere, quella del prof. James W. Heisig presentata nel suo libro "Remembering the Kanji I: a complete course on how not to forget the meaning and writing of Japanese Characters" (qui si può leggere l'introduzione)
Il punto fondamentale, benché oggetto di controversie, è quello di dividere il processo di apprendimento in due fasi: prima imparare il significato del kanji (e l'ordine dei tratti per scriverlo), poi le pronuncie. In pratica Heising consiglia di imparare prima il significato di tutti kanji e poi passare alle letture. Considerato il grande numero di kanji probabilmente un approccio "misto" può essere la scelta migliore.
Per memorizzare il significato Heising individua una numero fisso di pattern ripetuti in tutti i kanji (chiamati primitive e da non confondere con i radicali) e tramite questi crea delle storie per immagini che aiutano fissarne significato. Questo metodo potrebbe non essere adatto a tutti, specialmente le persone con tendenze ossessive compulsive forse potrebbero preferire scrivere miglia di volte lo stesso kanji su parecchi fogli di carta al fine di memorizzarlo, in fin dei conti ognuno deve trovare il metodo più adatto a se stesso.

Imparare i kanji

Esistono molte risorse liberamente disponibili sul web per aiutare l'apprendimento dei kanji.
Sicuramente il dizionario di Jim Breen's WWWJDIC è una risorsa fondamentale per cercare il significato di un carattere, inoltre ha il diagramma dell'ordine dei tratti per i 1.945 jouyo kanji (ovvero "kanji di uso comune", più o meno il numero di kanji che è necessario conoscere).
Esistono anche siti specializzati all'apprendimento dei kanji come JLPT Kanji Project - Japanese study tool e The Kanji Study Guide. Sicuramente merita più di una lettura il sito di Kanjiclinic, fonte inesauribile di consigli, curiosità, notizie, recensioni sul mondo dei kanji.

Leggere i kanji

Quasi tutti i caratteri hanno due differenti letture chiamate 音読み (おんよみ)e 訓読み(くんよみ). 音読み è la lettura derivata da quella cinese mentre 訓読み è la lettura nativa giapponese. I kanji che appaiono in un composto, detto 熟語 (じゅくご) sono solitamente letti usando la 音読み mentre n kanji isolato è solitamente letto usando la 訓読み. Ad esempio 「力」(ちから) è letto con la 訓読み mentre lo stesso carattere in una parola composta come 「能力」 è letto con la 音読み (che è 「りょく」 in questo caso).

Alcuni caratteri (specialmente i più comuni) possono avere più di una lettura 音読み o 訓読み. Ad esempio, nella parola 「怪力」, 「力」 è letto come 「りき」 e non 「りょく」. Alcuni composti inoltre hanno anche letture speciali che non hanno niente a che fare con le letture dei singoli caratteri. In questo caso non resta altro che memorizzare la parola così come si trova, il loro numero non è fortunatamente elevato.

La lettura 訓読み è anche usata per gli aggettivi e verbi oltre che per il carattere stesso quando è da solo. Queste parole hanno spesso una serie di kana (chiamati okurigana) che seguono il carattere. Così facendo il modo di leggere il kanji rimane lo stesso anche se il verbo è coniugato o comunque la parola è trasformata. Ad esempio il passato del verbo 「食べる」 è 「食べた」, la lettura del kanji è sempre 「た」.

Un altro concetto che non è facile da apprendere all'inizio è il fatto che le letture dei kanji possono per ragioni eufoniche cambiare anche rispetto alla loro forma canonica in presenza di composti. La trasformazione più comune include il suono / h / che diventa / b / o / p / oppure il suono 「つ」 che diventa 「っ」. Ad esempio 「一本」、「徹底」、e 「格好」 (rispettivamente, いっぽん、てってい、かっこう)

Un altro aspetto per così dire "divertente" è il fatto che esistono parole che significano praticamente la stessa cosa e hanno la stessa pronuncia, ma hanno kanji differenti per aggiungere una leggera sfumatura la significato. Ad esempio 「聞く」(きく) significa "ascoltare" e allo stesso modo 「聴く」(きく). L'unica differenza è che 「聴く」 significa ascoltare con molta attenzione a quello che si ascolta. Ad esempio, quando si intende "ascoltare la musica" si usa quasi sempre 「聴く」 invece di 「聞く」. 「聞く」 può anche significare "chiedere" oltre che "ascoltare", ma 「訊く」(きく) può solo significare "chiedere". E' molto comune scrivere 「見る」 as 「観る」 quando si applica al vedere uno spettacolo come un film. Un altro esempio interessante è 「書く」(かく) che significa "scrivere" mentre 描く (かく) significa "disegnare". Ma lo stesso 描く si legge 「えがく」 quando ci si riferisce alle illustrazioni di una libro. Ci sono anche i casi di quando il significato dei kanji rimane identico, ma può avere diverse letture come con 「今日」 che può essere letto come 「きょう」、「こんじつ」, o 「こんにち」. In questo caso non ha molta importanza quale lettura si scelga, anche se alcune di queste sono usate di preferenza in certi casi.

Infine esiste anche il carattere speciale 々 che in realtà non è veramente un kanji. Ha lo scopo di indicare che il kanji che lo precede è ripetuto come per 「時時」、「様様」、「色色」、「一一」 che vengono di norma scritti come 「時々」、「様々」、「色々」、「一々」.

Perché i kanji?

Sono molti a pensare (ed è abbastanza comprensibile perché lo possa pensare anche per chi si avvicina per la prima volta a questa lingua) che il sistema di usare molti simboli diversi invece di un molto più semplice alfabeto sia antiquato e troppo complicato. Si potrebbe obiettare difatti che l'idea di adottare i caratteri cinesi per scrivere la lingua giapponese non sia stata una buona idea, considerata la loro diversa struttura linguistica. Tuttavia, per quanto ci si possa sforzare di capire il perché, non è scopo di questa guida discutere decisioni prese molti parecchi secoli fa e sedimentate con anni e anni di uso. Resta il fatto che per leggere (e parlare), ma ancora di più per "conoscere" la lingua giapponese i kanji (dura lex, sed lex) devono essere studiati a fondo e appresi, non ci sono vie di scampo.

Perché i giapponesi semplicemente non sostituiscono i kanji con i caratteri latini (romaji) o adottano un loro alfabeto fonetico (che potrebbe essere l'hiragana ad esempio) al posto dei kanji basandosi sulla lettura (evitando a chi studia giapponese di vedere i "sorci verdi" per impararli?). Ad esempio questo è avvenuto per la lingua coreana che ha adottato un alfabeto fonetico di proprio costruzione eliminando i kanji, perché non potrebbe funzionare con la lingua giapponese?
Il problema fondamentale è quello degli omofoni: l'esiguo numero di circa 46 suoni rende impossibile per la lingua giapponese avere un grande numero di omofoni (cosa che non avviene per esempio per la lingua coreana, che con 14 consonanti e 10 vocali può permettersi un numero, benché teorico, di 1960 suoni) e questo rende necessario un qualche tipo di appiglio visivo per capire il significato della parola letta, per distinguerlo dagli omofoni. Questo appiglio, che spiega il significato della parola che si sta leggendo, rendendola univoca, è proprio il kanji. E' un dato di fatto infatti che un giapponese adulto legge e comprende molto velocemente un testo scritto in kanji e hiragana piuttosto che uno scritto solo in hiragana (quindi solo fonetico) perché in quest'ultimo caso deve interrompersi molte volte per dare il giusto significato, ovvero scegliere tra gli omofoni, alla parola che ha letto.
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